L’impianto di cernita dei rifiuti

Verso la fine degli anni venti a Milano viene costruito un grande impianto di cernita dei rifiuti raccolti in città, ecco come lo descrive un cronista dell'epoca

“La stazione può scaricare 14 autotreni all’ora, ogni autotreno porta 80 bidoni.
Le immondizie scaricate sul trasportatore continuo, vengono condotte ad un grande vaglio che separa la parte terrosa (terra, cenere ecc..) dalla restante immondizia.

Dopo la vagliatura la spazzatura viene convogliata alla cernita su nastri di gomma che salgono ad un’altezza di 16 metri per consentire la suddivisione su 10 nastri di cernita (per uno sviluppo totale di 800 metri).
Le immondizie cernite vengono riprese e convogliate all’ammasso finale.

La cernita viene effettuata su 10 nastri metallici, alcuni del tipo continuo ed altri microvibranti.
Ai lati dei nastri di cernita sono disposti operai ed operaie che prelevano dalla massa delle immondizie i singoli materiali: carta, stracci, ossa, metalli, vetri, gomma, scarpe, ecc..
I materiali ferrosi vengono asportati per ultimi con elettro-magneti.

I materiali recuperati vengono avviati ai reparti industriali, mentre le immondizie vengono triturate in potenti molini e la massa resa omogenea può venire usata quale ottimo fertilizzante sia allo stato fresco come dopo la fermentazione. Il materiale viene trasportato presso le aziende agricole.

All’interno dello stabilimento SPAI di via Olgettina esistono una serie di reparti che costituiscono un complesso di industrie che si completano a vicenda.
Nel reparto Metallurgico  avviene il trattamento elettrolitico dei rottami dei ritagli stagnati, piombati e ramati, per separare e recuperare i metalli ricchi dal materiale ferroso.
Viene così recuperato lo stagno (dallo scatolame e dai ritagli di latta); il piombo dai rottami piombati e dalle saldature; il rame ed il nichelio dai placcati.
Il trattamento dei rottami placcati avviene secondo un procedimento brevettato dalla SPAI, in un impianto unico in Italia.
La capacità di produzione  dell’impianto è di 5000 quintali annui di rame.
Viene anche ottenuto del solfato di zinco, utilizzato per preparare liquidi per saldature.

Lo stagno viene ottenuto puro, in pani di fusione, o lo si impiega per la produzione di leghe saldanti.
La produzione di ferro per le ferriere supera i 500 quintali giornalieri.
Nella fonderia annessa a questo impianto si preparano pure, con i metalli recuperati, pani di alluminio, ottone, bronzo, ecc..
Il reparto metallurgico comprende anche la preparazione meccanica delle “bandelle”, che sono fogli di lamierino ottenuto dalle scatole di latta aperte: tali bandelle vengono distagnate e quindi utilizzate, in apposito impianto meccanico attrezzato per la fabbricazione di minuterie metalliche.

Gli stracci recuperati vengono liberati meccanicamente del terriccio quindi essiccati, sterilizzati e classificati e in parte (non quelli di lana) passati alla lavanderia.
Gli stracci adatti vengono impacchettati ed inviati agli stabilimenti che li usano per la pulizia dei macchinari.
Gli stracci di lana vengono inviati ai centri militari di raccolta e gli altri alle industrie tessili per il riutilizzo.
Di particolare interesse è il reparto nel quale vengono trattati gli stracci unti di scarto degli stabilimenti, stracci che sottoposti alla disoleazione in batterie di autoclavi , sotto l’azione della

trielina di etillene e del vapore.
Gli oli ottenuti da tale operazione vengono rigenerati in appositi apparecchi e possono così  venire utilizzati quali lubrificanti, mentre lo straccio disoleato viene lavorato e può così venire utilizzato
per ricavarne pezzame o per altri usi.

C’è anche la sezione dove vengono lavorate le ossa recuperate nell’immondizia. E’ un moderno impianto dal quale si ottiene grasso, colla (in pasta o solida) e fosfato d’ossa impiegato come fertilizzante.
La cartaccia viene sottoposta a vagliatura per liberarla dal terriccio, poi viene imballata ed inviata in giornata alla cartiera dove è stata allestite uno speciale grandioso impianto per la sua utilizzazione, ottenendone cartoni e carta da imballaggio.

Il vetro recuperato viene avviato alle vetrerie per la fusione, in attesa della costruzione di una piccola vetreria.
Vengono recuperati anche altri materiali come scarpe, peltri, cordame, gomma, pelle, borsette ecc..
Ciò che resta delle immondizie raccolte (dopo le varie cernite) viene trattato per  produrre fertilizzante organico, noto sotto la denominazione di “Triturato di immondizie” che trova largo impiego nella vicina Brianza ed in zone più lontane, venendo molto ricercato specialmente in questo momento nel quale difettano gli altri fertilizzanti organici.
Appunto questa difficoltà che ha indotto la SPAI a studiare una migliore valorizzazione del suo triturato di immondizie aumentandone la potenzialità e riducendone il volume.

La SPAI  è diventata concessionaria di un brevetto (italiano e tedesco) per il trattamento delle immondizie con un preparato speciale (BIOFLORA) contenente delle culture bacteriche  che con la loro azione, stimolando la fecondità del suolo assicurano un vigoroso redditizio sviluppo della vegetazione.
Tale trattamento viene esteso sia alle immondizie fresche lasciate maturare, come a grandi vecchi cumuli di immondizie umificate dalle   quali si ottiene un fertilizzante già in uso da alcuni anni, ed apprezzato dai tecnici e dagli agricoltori, noto sotto la denominazione di “HUMUS BIOFLORIZZATO”.

Annessa allo stabilimento dei rifiuti c’è l’azienda agricola S. Giuseppe. “